Giovedì 25 giugno a partire dalle ore 11.20
I giovani allevatori crescono,
l’azienda agricola di Matteo Caponcelli a San Giovanni in Persiceto (BO)protagonista della trasmissione di Rete4 “Ricette all’Italiana”

22/06/2020

 

I giovani allevatori crescono. E guardano al futuro con uno spirito imprenditoriale nuovo, in cui entusiasmo, passione e innovazione tecnologica si fondono all’insegna di una rinnovata professionalità che fonda le basi sulla tradizione tramandata dai genitori.


Matteo Caponcelli, a sinistra, insieme al presidente di Araer,
Maurizio Garlappi prima della registrazione televisiva


È il caso di Matteo Caponcelli, 28 anni, allevatore di San Giovanni in Persiceto (BO) che nei giorni scorsi ha ospitato nel suo allevamento di bovine da latte la troupe della trasmissione televisiva di Rete4 Ricette all’Italiana, presentata da Anna Moroni e Davide Mengacci.

La puntata andrà in onda giovedì 25 giugno a partire dalle ore 11.20.

                                

Il presidente Garlappi viene microfonato                                                    La troupe di Rete4 intervista il presidente Maurizio Garlappi

In occasione della registrazione della puntata era presente anche il presidente Araer, Maurizio Garlappi, a conferma dell’attenzione che l’Associazione riserva alle “nuove leve” di allevatori associati, impegnati a portare avanti i progetti più innovativi per una zootecnia sempre più sostenibile e in linea con quanto oggi richiedono le normative e soprattutto il mercato.


La troupe di Rete4 intervista il presidente Maurizio Garlappi

Matteo Caponcelli, coadiuvato dal papà Maurizio e dalla mamma, manda avanti una stalla dove si contano in totale 330 bovine, 140 delle quali in mungitura, che producono latte destinato al Parmigiano Reggiano. Tutta l’alimentazione destinata al bestiame proviene dalla coltivazione dei 300 ha di terreno dell’azienda: 200 coltivati a foraggio e i rimanenti a erba medica, grano, sorgo, mais in rotazione triennale, che peraltro vengono concimati con le deiezioni derivanti dall’allevamento.  “Questo ci consente non solo di soddisfare il fabbisogno dell’allevamento, ma anche di riuscire a vendere la parte eccedente di erba medica che coltiviamo”.

         
Le bovine allevate da Matteo Caponcelli, coadiuvato dal papà e dalla mamma,
producono latte per il Parmigiano Reggiano

  
Le riprese durante la fase di mungitura

     

Tutte le frisone allevate producono una media di 37-38kg di latte/die e in gran parte sono ospitate in una stalla di nuova realizzazione dotata di tutti gli accorgimenti previsti dalla normativa sul benessere animale, quindi ventilazione per contrastare le elevate temperature estive, cuccette a paglia per favorire un miglior riposo, spazi consoni ad assicurare il maggior movimento possibile, teli oscuranti per impedire in estate un eccessivo irraggiamento solare.


Tutta l’alimentazione destinata al bestiame proviene dalla coltivazione dei 300ha di terreno dell’azienda

Matteo Caponcelli segue personalmente tutta l’attività di stalla e per i 3 dipendenti che si alternano nei lavori di stalla e in mungitura, rappresenta un punto di riferimento per ogni circostanza problematica che si può manifestare. “Forse era scritto che una volta terminati gli studi in Agraria avrei calcato le orme paterne – afferma – ma sono anche convinto che non avrei voluto fare nessun altro lavoro. Una scelta che non mi è stata imposta ma che ho sentito mia fin da quanto ero bambino e che rifarei senza esitazione”.

“È molto bello vedere dei ragazzi così giovani dedicarsi con tanta passione a una professione che, nonostante il contributo di una tecnologia sempre più innovativa, resta pur sempre impegnativa e spesso faticosa – ha voluto sottolineare il presidente Garlappi – Matteo è e deve continuare a essere un esempio per tanti altri giovani. A loro dobbiamo riservare un’attenzione particolare per spronarli senza temere la fatica, bensì per guardare a quelle gratificazioni professionali che un mestiere tanto importante e affascinante come quello dell’allevatore può garantire a chi ripone nella passione una delle leve più importanti della sua vita lavorativa”.